domenica 15 luglio 2012

Fedra...


Tutti i motivi, razionali o meno, che dovrebbero spingermi ad andare avanti li ho sentiti e risentiti da tutti in questi giorni, me li sono detti da sola, li ho detti a Rudi e lui li ha ripetuti a me.
Fedra ha vissuto una vita di sofferenza anche quando non ce lo dimostrava, chissà quante volte era dolorante e non ce lo diceva o frustrata nel non vedersi in grado di fare qualcosa a cui teneva e non lo dimostrava.
Quando non veniva capita e non otteneva quel che chiedeva per tutta risposta sfoderava uno dei suoi grandi sorrisi disarmanti e ci faceva sentire dei poveri imbecilli: non era lei che non si sapeva spiegare, eravamo noi ciechi e sordi a non saperla capire. Chissà quante volte la sua richiesta dei "massaggini al pancino" voleva dire che aveva male ma ce li chiedeva col sorriso e noi pensavamo fosse solo un bisogno di coccole. Chissà quali e quanti dolori in quelle manine con le lunghe dita che lentamente si storgevano e quando non riusciva a tenere bene i suoi amati pennarelli e si sporcava, invece di dirmi che le facevano male decideva di andare a lavarsi le manine e poi tornava entusiasta e bagnata dalla testa ai piedi ma orgogliosa mi diceva "senti che profumo".
Negli ultimi tempi non riusciva più a parlare dopo essere stata estubata la prima volta, a fatica mi ha fatto il grandissimo dono di chiamarmi ancora "mamma" senza un filo di voce. La testina tremava in continuazione, e così pure le manine, chissà che sconforto ha provato nel non riuscire più a fare nemmeno le poche cose che poteva fare prima di questa ultima maledetta malattia, non poteva più premere i tasti per scegliere i cartoni animati da guardare… ma non aveva nemmeno più la forza di stare a guardarli, non poteva più tenere in mano i suoi amati pennarelli… ma non aveva più la voglia di colorare i suoi libri di disegni.
E in questi giorni ci siamo detti e sentiti dire migliaia di volte che ora non soffre più; che anche se avesse superato questa orribile disgrazia non sarebbe più stata la nostra Ieia di prima; che sicuramente andando avanti nel tempo sarebbero insorte sempre più gravi e sempre più dolorose malattie e complicazioni; che non dobbiamo piangere perchè lei non vorrebbe vederci così abbattuti; che tutto l'insegnamento d'amore che ci ha dato non lo dobbiamo sprecare; ci siamo detti che è solo il nostro egoismo a farci pensare che avremmo volentieri affrontato qualsiasi altra difficoltà, ricovero, disagio, pur di averla ancora con noi... ma era lei a tribolare nel dolore; abbiamo sentito il caro don Valter ricordarci che è la nostra fede a dirci per prima quanto dovremmo essere grati al Signore per avercela data e non essere tristi per averla persa…
La verità è che non ho più la mia bambina e tutte le giustificazioni a questa cosa non diminuiscono lo strazio che sento nel cuore. Mi manca da morire e ci sono momenti in cui non riesco quasi a respirare per il macigno che mi sento pesare sul cuore.
La verità è che dopo le visite di amici, parenti, conoscenti, dopo gli appuntamenti, le formalità, dopo il conforto delle preghiere e della messa del funerale, dopo il penoso viaggio per andare a riprendercela l’ultima volta e il ritorno verso Jesolo con la sua canzoncina in macchina e un’urna da stringermi tra le braccia prima di lasciarla accanto a quella del mio papà per riposare con lui… ora è davvero tutto finito e mi ritrovo a girare in casa come una cretina senza scopo e senza voglia alcuna di fare qualcosa.
Non c’è più la bambina che mi ammaccava le caviglie arrivandomi silenziosa alle spalle con la sua carrozzina, la mia Ieia che immancabilmente quando andavo di fretta era casualmente piazzata davanti a una porta o in mezzo al mio percorso costringendomi a spostarla mentre rideva. Non c’è più la mia Ieia che parlava in fedrese e quando se ne usciva con qualche parola nuova che non capivamo rideva, ripeteva e alla fine faceva qualche giro di parole o qualche esempio per farci arrivare a comprenderla (ritardo psico-motorio… di chi?). Non c’è più la mia Ieia che a volte nel mio stupido egoismo mi scocciava quando nei momenti meno opportuni doveva essere cambiata di pannolone, e che poi si stringeva a me in coccole e baci; che si divertiva quando le facevo il solletico o faceva finta di piagnucolare quando papà faceva a sua volta finta di portarle via il suo “giornale della notte”: la rivista che le piaceva sfogliare prima di addormentarsi e che non abbiamo mai capito cosa ci trovasse di diverso da qualunque altra rivista dal momento che non sapeva leggere. La mia dolce bambina che quando si metteva a ridere perdeva le forze e si afflosciava come un palloncino sgonfio e ci contagiava tutti nelle sue risate.
La bambina speciale che faceva innamorare di lei chiunque la conoscesse, a cui erano affezionati tutti i medici e gli infermieri del reparto e del day hospital di pediatria che spesso la ospitavano. La bambina che è riuscita a conquistare l’affetto anche di chi, in un reparto di rianimazione dove giustamente sembra esserci la tacita regola di non affezionarsi troppo ai pazienti che spesso sono a rischio, l’ha conosciuta sofferente e non l’ha mai vista nel pieno della sua sorprendente simpatia e dolcezza.
Ad ogni minuto, ad ogni gesto che faccio mi viene in mente cosa lei avrebbe detto o fatto, parlo in fedrese durante tutta la giornata, mi sento in colpa per ogni minuto in cui la mia mente si allontana da lei e pensa ad altro… Mi sono sentita dire che sono stata una brava mamma ma non è così: sono stata una mamma fortunata di una bambina così speciale da avermi dato l'occasione e la forza per essere brava, e non sempre lo sono stata davvero ed ora mi mangerei le dita per tutte le occasioni che ho perso di poter fare di più per lei che non ha mai chiesto niente. Adesso lei non c’è e io mi trovo costretta a sopravvivere giorno dopo giorno. Davvero si può andare avanti una vita intera così? Che Dio me ne doni la forza perché da sola non credo davvero di poterlo fare…

17 commenti:

LaZiaBetti ha detto...

Ti abbraccio forte e ti dico solo che ti voglio tanto ma tanto bene......da sempre, non solo ora e tu lo sai!

daniela ha detto...

cara Renata, devi andare avanti perchè Fedrina lo vuole. Non avere rimorsi tu hai fatto tutto ciò che una brava madre fà per amore dei suoi figli.

elsa ha detto...

No cara Renata, non ti abbattere così! Sei stata una super mamma si capisce da quello che scrivi e sono sicura che Dio ti darà tutta la forza possibile per andare avanti e per raccontare ancora di tutte le cose che faceva Fedra con voi.
Coraggio ti voglio bene anch'io, anche se non ti conosco di persona.
Ciao
Elsa

Ale ha detto...

Solo il fatto che lo scrivi, dimostri di essere una persona forte... Mi dispiace di non averti conosciuto prima... Scambiare qualche parola, non sarebbe servito a cambiare le cose, ma avevi un'amica in più...

Ciao Renata! Ti abbraccio forte,
Ale

Lunaviola ha detto...

Spesso nella preghiera chiedo... ma la preghiera che più ripeto con convinzione è :" Gesù, dammi la forza di accettare la Tua volontà! "
Ti abbraccio....Carla

Anonimo ha detto...

Cara Renata,prima entravo nel tuo sito per ammirare i tuoi stupendi lavori e leggevo il tuo blog per sapere come stava Fedra e come stavi tu, senza farmi viva perchè ti sapevo impegnata tra il tuo lavoro, le perline e Fedra e non volevo disturbarti. Ora consentimi di ringraziarti perchè nel tuo dolore di mamma che cerca di accettare un destino tanto crudele posso dirti che riconosco i dubbi i tormenti e gli "avrei" e i "morsi alle dita" di me mamma di una bimba sana. Mi dico sempre che la maternità è un sentiero lastricato di sensi di colpa di cui io mi sento la regina.
Anch'io quando ero sommersa da preoccupazioni che niente hanno di paragonabile alle tue, ma mi facevano star male, non avevo voglia di dedicare tempo ad Aurora, ora vorrei tornare indietro e fare con lei quello che non ho fatto prima, ma lei mi guarda storto e mi dice che non è più una bambina e potevo farlo quando me lo chiedeva (ha ragione!) è successo in certi momenti che ero presa dalle mie cose che la mandavo a scuola con un po' di malessere sottovalutandola e tornava a casa con la febbre. Come vedi Renata, anche se ti tormenta il fatto di non aver potuto fare di più perchè Fedra non poteva esprimersi completamente, posso dirti che i tuoi dubbi sono i dubbi di tutte le mamme anche con figli che si esprimono al 100%. Siamo umane e quando si accende l'interruttore "maternità" nella nostra vita penso che ai nostri figli poco importa se un giorno siamo stanchi, delusi, stressati, o impegnati, penso che a loro interessa che li amiamo, che il nostro cuore sia per loro, se non fosse così non avremo sensi di colpa... siamo mamme. con l'affetto di sempre Anna

eliana ha detto...

Renata.......nessuno riuscirà mai a riempire questo vuoto immenso che ti schiaccia il cuore....ti abbraccio e confido che piano piano tu riesca a ritrovare la voglia di camminare malgrado quel vuoto, pieno d'amore, che ti porti dentro.

Ti vogliamo bene!

Las Cositas de Lyra ha detto...

So che ti senti solo, ma tu non sei ... Lei sarà sempre con voi.
Posso solo mandare un abbraccio da qui e tutto il mio amore♥ ♥ ♥

MAGU ha detto...

Dio te la sta già dando la forza amica mia...è in tutte le parole che hai scritto, in tutti i tuoi pensieri, in tutti i tuoi dubbi, nella fragilità che senti, nella voglia di tornare indietro nel tempo a quello che eravate e che siete state...Ripeto, non c'è parola che valga per sanare questo dolore impossibile da credere...tante ne sono state dette...tu non puoi rendertene conto ma stai già risalendo impercettibilmente dal baratro nel quale sei caduta...piano piano, amica mia...ti tengo la mano se vuoi...manca tanto anche a me. la sera mi addormento dicendomi che non è vero che se n'è andata, il mattino apro gli occhi e penso di aver fatto un brutto sogno e poi...il pensiero corre da te...Ti voglio bene. Marilla.

Rosina Ottolini by Merosa ha detto...

Ciaooo Renata un abbraccio.Rosa

Silvì ha detto...

Ciao Fedra, leggo i tuoi post tutte le volte che posso. Non oso immaginare il tuo dolore. Ho pianto per Fedra, piango per te. So che il dolore non passerà mai, ma sii forte, non sentirti in colpa:sei stata una grande mamma, non hai nulla da rimproverarti. Coraggio
Un abbraccio

Annalena ha detto...

In quello che scrivi c'è tanto dolore ma anche tanta forza e tanto coraggio qualità che ti aiuteranno sicuramente a superare questi momenti strazianti. Saranno i ricordi di tutti i bei momenti passati con la tua Fedra a riportarti il sorriso.
Un abbraccio
Annalena

Seguace di Gesù ha detto...

Cara Renata nella festa della Madonna del Carmine vengo a lasciarti un abbraccio. Tu porti il suo scapolare lei ti ha fatto una sua figlia specialissima. Quando sei così pensa e parla con Lei, Lei ha sofferto il dolore della morte de un figlio come te, è il più grande dolore, sta vicina a Lei è l'Addolorata, saprà guidarti cara amica.

Elebijoux ha detto...

Cara Renata, non è facile esprimere emozioni tramite una tastiera, ma sappi che sei sempre nei miei pensieri, ti abbracio forte....

Lina ha detto...

Cara Renata, il fatto che tu scriva dei tuoi stati d'animo credo ti tia anche un po' di forza per riuscire ad andare avanti. Purtroppo hai ragione, nulla può diminuire il dolore della perdita ma è vero che il tempo guarisce tutte le ferite. Verrà il giorno in cui ti sveglierai e sentirai il profumo della primavera, amerai di nuovo la vita e quello che ti ha dato e il ricordo di tua figlia ti darà solo gioia. Noi saremo qui ad aspettare quel giorno.

Anonimo ha detto...

La sua testimonianza di madre colpita da un dolore così grande è molto toccante.
La sofferenza e la malattia rappresentano un mistero a cui l'uomo non può dare una risposta razionale.
"Perchè i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri"
(Is. 55, 8-9)
Il Signore Iddio proporziona le prove in base alle nostre forze e non ci abbandona mai; ha scelto lei che si reputa madre "imperfetta" proprio perchè sapeva di poter contare sulla sua cooperazione.
Lei è una MAMMA speciale di una creatura speciale che adesso dimora nella casa del Padre.
L'abbandonO fiducioso nelle mani di nostro Signore e l'AMORE vincono su tutto.
Grazie per la sua sublime testimonianza e lezione d'amore e grazie a te Fedra.
"L'abbandono alla Sua volontà porta con sè la pace" (venerabile Benedetta Bianchi Porro)

Monjka ha detto...

hai ragione Renata, il cuore di una mamma non accetterà mai la scomparsa di una figlia adorata e non oso neanche immaginare quello che tu adesso stai provando e non ci sono parole che servano a confortarti, ma sappi che continuo ad ammirarti e quello che ti fa andare avanti è il ricordo vivo che hai di lei, e l'ho dimostri ogni giorno raccontandoci di lei! un abbraccio forte forte!